In quale modo agire per proteggere il proprio patrimonio in seguito ad un divorzio? Ecco i passi e i consigli da seguire.
La fine di un matrimonio è un momento estremamente complesso sia dal punto di vista mentale che per ciò che concerne le questioni burocratiche. Se infatti da una parte occorre fare i conti con l’aspetto emotivo che potrebbe non essere sempre facile da gestire, dall’altro occorre rimanere razionali e da un certo punto di vista ‘pratici’ allo scopo di capire quali saranno le conseguenze dal punto di vista economico.
![Come proteggere beni mobili e liquidi in caso di separazione](https://www.testandtell.it/wp-content/uploads/2024/01/divorzio_05012024_testandtell.it_.jpg)
Infatti un divorzio va inevitabilmente a ripercuotersi sul patrimonio di entrambe i coniugi ed è bene capire, qualora delle nozze volgano al termine, come intervenire al fine di proteggere i propri beni.
Un divorzio porta con sé una ridistribuzione del patrimonio che in precedenza apparteneva all’intero nucleo familiare e in tale contesto i figli avranno sempre la priorità. A loro dovrà infatti essere corrisposto un adeguato assegno di mantenimento ma, parallelamente, i coniugi dovranno occuparsi della conservazione del patrimonio e anche trovare un accordo per quello che riguarda la casa.
Divorzio e protezione dei beni: come bisogna comportarsi se il matrimonio finisce
Molto dipende ovviamente dalla decisione di sposarsi con comunione o separazione dei beni: il secondo regime è sicuramente quello che garantisce la maggior protezione del patrimonio anche qualora sopraggiunga il divorzio. Infatti il giudice si occuperà di prendere una serie di provvedimenti nell’interesse della prole e riguardanti i tempi di permanenza dei figli nelle abitazioni di ogni genitore nonché l’assegnazione della casa coniugale.
![Figli hanno sempre priorità in caso di divorzio](https://www.testandtell.it/wp-content/uploads/2024/01/certificato-di-divorzio_05012024_testandtell.it_.jpg)
In caso di comunione dei beni invece, dopo un divorzio la ‘protezione’ del patrimonio non potrà essere garantita allo stesso modo ma vi sarà una ripartizione più omogenea. In entrambe i casi la legge stabilisce che i figli debbano essere mantenuti, fintanto che non raggiungano l’indipendenza economica, da entrambi i genitori.
Come stabilito dall’articolo 177 c.c., rientrano nell’ambito della comunione i beni acquistati durante il matrimonio, sia insieme che separatamente, fatta esclusione per quelli personali. Ma anche le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo le nozze, i proventi che arrivano dalle rispettive attività dei coniugi ed i frutti dei beni propri di ogni coniuge.
Beni ricevuti in donazione o in eredità nonché somme ricevute a titolo di risarcimento danni non rientrano invece nella comunione dei beni. Il decadimento di questo regime porterà ad una suddivisione dei beni in parti uguali, debiti e mutuo compresi. Per quanto riguarda i beni indivisibili invece essi andranno in vendita per dividere equamente il ricavato.